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Reddito di cittadinanza: cancellato o revisionato?

Reddito di cittadinanza cancellato

Reddito di cittadinanza cancellato, o soltanto revisionato? Potrebbe esser davvero così a breve. Moltissime sono state le adesioni. Ma ha davvero fatto quello che ci si era prefissati concedendo questo aiuto economico? Durante l’anno passato ci sono state notizie di furbetti che hanno usufruito del reddito di cittadinanza senza esserne pienamente detentori.

Complice è la pandemia mondiale, che ha di fatto quasi azzerato la possibilità di trovare un impiego. Sembra che il reddito di cittadinanza sia diventato quindi più un sussidio di disoccupazione. Non un vero e proprio contributo per aiutare economicamente chi è attivamente alla ricerca di un lavoro. 

Reddito di cittadinanza cancellato: il nuovo progetto

Sembra quindi che la pandemia abbia contribuito a scoprire l’inutilità di questo reddito di cittadinanza, dove la maggior parte dei richiedenti ha soltanto contribuito compilando dei moduli. La maggior parte di chi ne ha beneficiato infatti non è stato convocato da nessun centro pubblico per l’impiego e soltanto 200.000 persone sono riuscite a trovare un’occupazione.

Ed ecco quindi che, tra quelli che additano il reddito di cittadinanza come un inutile dispendio di soldi, compare anche Mario Draghi, che punta a dare una svolta a questo reddito. Una revisione del sistema che punti, non solo all’aiuto economico, ma ad un vero e proprio sostegno, che dia gli strumenti giusti con cui poi mantenersi.

Misure aggiuntive ed alternative al reddito

“Il reddito di cittadinanza è un argine importante contro la povertà assoluta che è aumentata con il Covid, raggiunge 3 milioni di persone e l’importo medio è di 550 euro. Ora sono necessarie risorse aggiuntive soprattutto per le famiglie numerose e gli immigrati. Il reddito prevede un requisito di residenza in Italia di dieci anni, mi sembra eccessivo e non esiste in nessun Paese europeo. Quanto alle famiglie numerose, occorre aumentare il sussidio in base ai componenti del nucleo, oggi al massimo si arriva a 1.330 euro. O si cambia la scala di equivalenza, oppure si potrebbe agire sul contributo da 280 euro legato all’affitto. L’idea sarebbe di modularlo in base al numero dei familiari per raggiungere maggiore equità” ha commentato Pasquale Tridico, presidente dell’ines.

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