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Le nuove regole del Codice della Strada e il rischio per le piste ciclabili di Milano

Con la riforma del Codice della Strada, attualmente in fase di discussione al Senato, le piste ciclabili di Milano rischiano di subire una drastica modifica. Secondo il nuovo testo proposto dal Ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, il futuro di 80 chilometri di corsie ciclabili tracciate direttamente sull’asfalto è incerto. Questi percorsi ciclabili, che rappresentano una soluzione rapida ed economica per incentivare la mobilità sostenibile, potrebbero non essere più conformi alle nuove normative, portando il Comune di Milano a rivedere i progetti in corso e a trovare nuove soluzioni.

Bike lane e nuove norme: cosa prevede la riforma

Le bike lane, ossia le corsie ciclabili segnalate da una semplice linea bianca continua o discontinua sull’asfalto, sono state al centro del dibattito sulla mobilità urbana. Il nuovo Codice della Strada, approvato dalla Camera e in attesa di discussione al Senato, prevede l’eliminazione della possibilità di delimitare queste corsie con una semplice segnaletica orizzontale. In particolare, l’articolo 8 del nuovo testo abolisce il riferimento alla linea bianca continua o discontinuacome strumento di delimitazione delle corsie ciclabili, imponendo invece l’utilizzo di soluzioni più sicure e fisicamente separate dal traffico veicolare.

Oltre a questa modifica, la riforma prevede anche l’abrogazione della norma che consentiva alle biciclette di circolare nelle corsie riservate ai mezzi pubblici, una pratica molto diffusa a Milano, soprattutto in zone come via Novara e altre arterie principali della città.

Impatti sui progetti ciclabili futuri e esistenti

Se il nuovo Codice verrà approvato nella sua forma attuale, Palazzo Marino dovrà affrontare una revisione dei progetti ciclabili già in corso e di quelli pianificati per il futuro. Le corsie ciclabili attualmente tracciate sull’asfalto potrebbero essere dichiarate non conformi alle nuove normative, richiedendo interventi di adeguamento come l’installazione di cordoli di protezione o l’uso di segnaletica verticale aggiuntiva.

In molti casi, le bike lane realizzate in zone trafficate potrebbero dover essere sostituite da piste ciclabili fisicamente separate dal traffico, o addirittura interrotte su alcune strade particolarmente pericolose per i ciclisti. Tuttavia, sarà necessario attendere l’emanazione del regolamento attuativo del nuovo Codice della Strada per comprendere le direttive specifiche che verranno fornite ai Comuni e le eventuali deroghe o soluzioni alternative per le infrastrutture ciclabili esistenti.

Milano: 80 chilometri di corsie ciclabili a rischio

A Milano, le corsie ciclabili realizzate con il sistema della bike lane coprono circa 80 chilometri, un terzo dei 328 chilometri complessivi di percorsi ciclabili presenti in città. Questo sistema è stato ampiamente utilizzato in aree come viale Monza, via Melchiorre Gioia, via Lampugnano, viale Tunisia e lungo la ciclabile dei Navigli, il cui progetto è in fase di conclusione.

Questi percorsi, pur non essendo fisicamente separati dal traffico, hanno contribuito a rendere più sicura la circolazione per i ciclisti, promuovendo la mobilità sostenibile in una delle città italiane con il più alto tasso di traffico. Tuttavia, con le nuove norme, il Comune dovrà considerare costosi interventi per adeguare queste corsie agli standard richiesti, o addirittura valutarne la chiusura.

Le alternative per una mobilità sostenibile sicura

L’introduzione delle nuove norme porta a riflettere su come migliorare la sicurezza dei ciclisti senza rallentare i progressi fatti finora nella promozione della mobilità sostenibile. Milano ha fatto importanti investimenti per ampliare la rete ciclabile e incentivare l’uso della bicicletta, soprattutto dopo la pandemia, quando la richiesta di mezzi di trasporto alternativi e a basso impatto ambientale è cresciuta significativamente.

Le nuove normative potrebbero portare a un potenziamento delle piste ciclabili protette, ossia quelle separate dal traffico veicolare da cordoli o barriere fisiche, che garantiscono una maggiore sicurezza ai ciclisti. Tuttavia, questo tipo di intervento comporta costi e tempi di realizzazione maggiori rispetto alle bike lane, ed è possibile che il Comune debba rivalutare le priorità e le risorse disponibili per procedere con i nuovi progetti.

Un altro aspetto da considerare è l’intermodalità: potenziare il sistema dei parcheggi per biciclette in prossimità delle stazioni della metropolitana e degli snodi di trasporto pubblico potrebbe rappresentare una soluzione efficace per migliorare l’integrazione tra i vari mezzi di trasporto, riducendo la necessità di percorsi ciclabili lunghi e complessi.

Le reazioni alla riforma: opposizioni e preoccupazioni

La proposta di modifica del Codice della Strada ha già suscitato reazioni contrastanti. Da una parte, c’è chi ritiene che le nuove normative siano necessarie per garantire una maggiore sicurezza stradale, limitando i rischi per i ciclisti che viaggiano su percorsi non adeguatamente protetti. Dall’altra, vi sono preoccupazioni per l’impatto che queste regole potrebbero avere sulla mobilità urbana nelle grandi città come Milano, dove la necessità di ridurre il traffico e l’inquinamento ha portato a un crescente utilizzo della bicicletta.

Le associazioni ambientaliste e i gruppi di ciclisti hanno espresso preoccupazione per il possibile rallentamento dei progetti di mobilità sostenibile, temendo che l’introduzione di normative più restrittive possa scoraggiare l’uso della bicicletta e ridurre l’accessibilità a questo mezzo di trasporto ecologico.

Il futuro delle piste ciclabili a Milano

Il futuro delle piste ciclabili milanesi dipenderà dalle decisioni che verranno prese nelle prossime settimane. L’approvazione del nuovo Codice della Strada potrebbe costringere il Comune a rivedere radicalmente la sua strategia per la mobilità sostenibile, introducendo modifiche ai progetti esistenti e futuri. Tuttavia, l’obiettivo di Milano di diventare una città sempre più green e bike-friendly non sembra destinato a cambiare.

La mobilità ciclabile è ormai parte integrante della strategia urbana di Milano, e la sfida sarà quella di trovare soluzioni che garantiscano sia la sicurezza dei ciclisti che il mantenimento di una rete ciclabile efficiente e accessibile.

Un cambiamento per le bike lane di Milano

La riforma del Codice della Strada e le sue implicazioni sulle piste ciclabili di Milano potrebbero segnare un punto di svolta per la mobilità sostenibile in città. Con circa 80 chilometri di bike lane a rischio, Milano dovrà affrontare nuove sfide per garantire un futuro sicuro e sostenibile per i ciclisti. La speranza è che, nonostante i cambiamenti normativi, il percorso verso una città più green possa proseguire senza rallentamenti.

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