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Abbonamento ATM e Trenord: come detrarlo dalla dichiarazione dei redditi

Ecco finalmente una buona notizia per i pendolari che da anni utilizzano l’abbonamento ATM e Trenord. A partire dal 2019 c’è una novità. Da quest’anno è possibile detrarlo dalla dichiarazione dei redditi. Il 19% delle spese sostenute per l’abbonamento al trasporto pubblico locale, regionale e interregionale, su un costo annuo massimo di 250 euro. Una bella novità questa agevolazione. E attenzione. Non riguarda solo le spese sostenute dal contribuente direttamente ma anche quelle affrontate per conto dei familiari fiscalmente a carico. Vediamo ora insieme come è possibile detrarre dalla dichiarazione dei redditi le spese sostenute per gli abbonamenti Atm e Trenord.

Come detrarre l’abbonamento Atm dalla dichiarazione dei redditi

Per poterlo detrarre non servono magheggi strani, file impossibili per ritirare documenti da compilare e riconsegnare. Niente di complicato. Per giustificare la detrazione per l’abbonamento Atm basta scaricare la ricevuta d’acquisto accedendo all’area riservata sul sito Atm, inserendo username e password. Semplice ed immediato che permetterà ai moltissimi viaggiatori di recuperare una parte di una spesa che finora non poteva essere recuperata in alcun modo.

Come detrarre l’abbonamento Trenord dalla dichiarazione dei redditi

L’agevolazione non si applica solo agli abbonamenti di Atm. La detrazione sarà possibile richiederla anche per le centinaia e centinaia di pendolari che utilizzano Trenord e Trenitalia. Per Trenord è sufficiente conservare il titolo di viaggio. Se non è nominativo va accompagnato da una autocertificazione. L’azienda ferroviaria fornisce un modello, scaricabile da QUI, dove poter immettere tutti i dati per ottenere la detrazione del 19%.

La riforma sul rincaro biglietti di ATM

Rincaro biglietti, la riforma slitta a luglio. Sembrava ormai prossima la riforma delle tariffe del trasporto pubblico, con il conseguente rincaro del biglietto Atm. E invece, a sorpresa, la riforma slitta di qualche mese in avanti. L’ennesimo rinvio è certificato negli atti assunti dal Consiglio d’amministrazione dell’Agenzia del Trasporto Pubblico Locale di Milano, Monza, Lodi e Pavia. La proposta di riforma tariffaria è stata formalmente accettata ma sono state comunque alcune modifiche, definite soltanto negli ultimi giorni,. Le novità mirano a rendere più convenienti i titoli integrati, su alcune tratte interurbane, che con la nuova riforma tariffaria, risultavano invece penalizzate. È ora compito del direttore dell’Agenzia, Luca Tosi, verificare con le aziende del trasporto pubblico attive tra Milano, Monza e rispettive province quanto sia tempo effettivamente richiesto per far entrare in vigore le nuove tariffe.

LEGGI ANCHE: Rincaro biglietti: la riforma slitta a luglio

Atm e l’inchiesta sulle brusche frenate

La Procura di Milano ha aperto un’inchiesta sulle frenate brusche che si sono verificate nei giorni scorsi sulla metropolitana milanese. Attualmente l’ipotesi di reato è lesioni colpose. Sotto stretta analisi degli investigatori due episodi che hanno riportato un bilancio di feriti tali da attivare l’opinione pubblica. Il primo preso in osservazione è quello avvenuto a Loreto il 4 marzo 2019. In questo caso rimasero ferite cinque persone. C’è poi l’episodio del 9 marzo 2019 a Cadorna, dove il bilancio dei feriti è salito a nove. Sul caso tanno lavorando i pm Maura Ripamonti e Mauro Clerici, appartenenti al dipartimento Tutela della salute, dell’ambiente e del lavoro, coordinati dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano. Il loro intento è scoprire le cause delle frenate. Scoprire se tutto a funzionato correttamente e se ci sono responsabilità imputabili all’Azienda Trasporti Milanesi.

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