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Numero identificativo sulle divise degli agenti: la proposta

Numero identificativo sulle divise degli agenti

Il consigliere comunale del Partito Democratico a Milano, Daniele Nahum, ha proposto un ordine del giorno al fine di rendere più facilmente riconoscibili gli agenti della Polizia locale. Tale proposta prevede l’obbligo di introdurre un numero identificativo e una bodycam per ogni agente in servizio. Il provvedimento è stato motivato dall’episodio di mercoledì scorso, in cui un’agente della polizia municipale ha fermato e picchiato brutalmente una donna transessuale brasiliana in via Sarfatti, nonostante questa non opponesse resistenza. Tale situazione ha evidenziato l’importanza di una maggiore trasparenza e responsabilizzazione delle forze dell’ordine in servizio.

Numero identificativo sulle divise degli agenti

Durante l’ultimo Consiglio comunale, Nahum ha sottolineato l’importanza di introdurre un numero identificativo per gli agenti e la bodycam, in modo da garantire maggior trasparenza e responsabilità nell’operato della polizia. Nahum ha ribadito che episodi di violenza come quelli recentemente saliti alla ribalta sono inaccettabili, ma ciò non deve mettere in discussione il lavoro quotidiano svolto dagli agenti sul territorio. Pertanto, si rende necessario un ulteriore passo avanti in termini di regolamentazione, a tutela non solo dei cittadini, ma anche degli stessi agenti che operano nel rispetto della legge e della comunità che servono.

Il consigliere del Movimento 5 Stelle ha sollevato la questione dell’obbligo di numero identificativo e bodycam per la Polizia in Europa, sottolineando la necessità di agire sulla Polizia locale per una città come Milano, che si fregia del titolo di campionessa dei diritti umani.
In risposta, il consigliere comunale del Pd e presidente della commissione sicurezza, Michele Albiani, ha richiesto una relazione urgente da parte dell’assessore alla sicurezza Marco Granelli e del comandante della Polizia locale Marco Ciacci, che dovranno fornire informazioni sul recente episodio e sullo stato delle procedure di controllo interno. Riteniamo fondamentale garantire trasparenza e responsabilità, nell’ottica di tutelare al meglio i cittadini e di consolidare la reputazione di Milano come città moderna e progressista.

L’avvocato che sta rappresentando Bruna, la transessuale vittima di una brutale aggressione da parte di alcuni agenti di polizia, ha presentato una querela ufficiale presso la procura lunedì scorso. Tra i reati ipotizzati dalla difesa figurano la tortura aggravata dalla discriminazione, le lesioni aggravate dall’abuso di potere e le minacce aggravate. Nel frattempo, i poliziotti coinvolti, che hanno servito per diversi anni a Milano, sono stati assegnati a mansioni interne presso gli uffici.

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