Cosa si potrà fare se Milano andrà in zona rossa? Una possibilità più che concreta e una domanda sempre più pressante. Ci risiamo, ad una anno di distanza, lo spettro del lockdown è ancora tra noi. Mentre la Sardagna arriva nella tanto agognata zona bianca, la Lombardia passa da gialla ad arancione, e vede avvicinarsi il rosso in lontananza.
Non solo puntini rossi, a isolare i possibili focolai, ma un’intera regione potrebbe diventare rossa. O quanto meno Milano ha la concreta possibilità di finire nei comuni in zona rossa. Attualmente l’incidenza è di 200 casi su 100 mila, non molto lontano dai 250 casi che ci farebbero entrare direttamente in zona rossa.
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In area rossa sono consentiti esclusivamente gli spostamenti per comprovati motivi di lavoro, salute o necessità (anche verso un’altra Regione o Provincia autonoma). È comunque sempre consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione. Dal 16 gennaio 2021 è venuta meno l’esclusione delle cd. seconde case ubicate dentro e fuori regione dal novero delle proprie abitazioni cui è sempre consentito il rientro. Rimane valido il coprifuoco tra le 5.00 e le 22.00.
È possibile spostarsi una volta al giorno, verso una sola abitazione privata abitata situata nello stesso Comune, a un massimo di due persone, oltre a quelle già conviventi nell’abitazione di destinazione. La persona o le due persone che si spostano potranno comunque portare con sé i figli minori di 14 anni (o altri minori di 14 anni sui quali le stesse persone esercitino la potestà genitoriale) e le persone disabili o non autosufficienti che convivono con loro.
A chi vive in un Comune fino a 5.000 abitanti, tale spostamento è consentito anche entro i 30 km dal confine del proprio Comune (quindi eventualmente anche in un’altra Regione o Provincia autonoma), con il divieto però di spostarsi verso i capoluoghi di Provincia.
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Musei, teatri, cinema, palestre e anche ristoranti restano chiusi.
È sempre vietato consumare cibi e bevande all’interno dei ristoranti e delle altre attività di ristorazione (compresi bar, pasticcerie, gelaterie etc.) e nelle loro adiacenze. Dalle 5.00 alle 22.00 è consentita la vendita con asporto di cibi e bevande. Dalle 5.00 alle 18.00, senza restrizioni e dalle 18.00 alle 22.00, è vietata ai soggetti che svolgono come attività prevalente quella di bar senza cucina.
La consegna a domicilio è consentita senza limiti di orario, ma deve comunque avvenire nel rispetto delle norme sul confezionamento e sulla consegna dei prodotti. È consentita, senza limiti di orario, anche la consumazione di cibi e bevande all’interno degli alberghi e delle altre attività ricettive, per i soli clienti ivi alloggiati.
Il servizio di apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura (di cui all’articolo 101 del Codice dei beni culturali e del paesaggio) è sospeso, ad eccezione delle biblioteche dove i relativi servizi sono offerti su prenotazione e degli archivi, fermo restando il rispetto delle misure di contenimento dell’emergenza epidemica.
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