Asili Nido a Rischio a Milano: L’Impatto della Nuova Legge sugli Educatori

Con l’inizio di settembre, ripartono anche le scuole e, tra queste, gli asili nido. Tuttavia, quest’anno, l’avvio dei servizi per l’infanzia è accompagnato da crescenti preoccupazioni sollevate dal sindacato Fp Cgil Lombardia. Il problema principale riguarda l’introduzione di una nuova legge, la Legge 55/2024, che rischia di compromettere la continuità e la qualità dei servizi offerti nei nidi milanesi. Secondo il sindacato, questa legge potrebbe avere gravi ripercussioni sull’intero sistema educativo della prima infanzia nella regione.

La Legge 55/2024: Un’Albo Professionale che Crea Problemi

La Legge 55/2024 prevede l’istituzione di un albo professionale per gli educatori. Sebbene l’intento sia di regolamentare la professione, i segretari della Fp Cgil Lombardia, Dino Pusceddu e Sabrina Negri, avvertono che questa legge rischia di trasformarsi in un boomerang. Gli educatori che non si iscrivono all’albo potrebbero essere accusati di esercizio abusivo della professione, nonostante abbiano lavorato per anni senza problemi. In Lombardia, con i suoi 1.892 asili nido e oltre 8.000 lavoratori del settore, la mancanza di iscrizione all’albo potrebbe tradursi in una drastica riduzione del personale disponibile.

L’Esperienza Ignorata: Una Critica alla Nuova Normativa

Un punto critico sollevato dal sindacato riguarda il fatto che la nuova legge non tiene conto dell’esperienza maturata dagli educatori. Molti di questi professionisti, che hanno acquisito competenze e conoscenze sul campo, rischiano ora di essere esclusi dal sistema se non riescono a completare l’iscrizione all’albo entro i tempi previsti. Il sindacato ha richiesto l’intervento della Regione Lombardia e dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) per prorogare i termini di iscrizione, al fine di garantire la continuità del servizio educativo per l’anno 2024/2025. Tuttavia, questi appelli sono rimasti finora inascoltati.

Le Conseguenze per Bambini e Famiglie

L’impatto di questa situazione non riguarda solo i lavoratori, ma anche le famiglie e i bambini. La legge richiede un rapporto educatore-bambini piuttosto rigido: un educatore ogni 5, 8 o 10 bambini, a seconda dell’età. Questo significa che per ogni classe è necessario un numero significativo di educatori, e la mancanza di personale qualificato potrebbe mettere a dura prova il sistema. In Lombardia, il nuovo anno formativo coinvolge 1.892 nidi convenzionati, con un totale di 60.644 posti disponibili. Di questi, 483 strutture sono gestite dagli enti locali (21.522 posti), mentre il terzo settore gestisce 1.409 strutture (39.122 posti). La carenza di educatori potrebbe quindi comportare una riduzione dei posti disponibili, con conseguenti disagi per le famiglie.

Le Richieste del Sindacato: Valorizzare il Personale Educativo

Fp Cgil Lombardia non si limita a denunciare i problemi, ma avanza anche delle richieste precise. Il sindacato sottolinea la necessità di accelerare i progetti del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), ampliando l’offerta dei servizi per l’infanzia in modo da soddisfare la crescente domanda. Tuttavia, questa espansione deve essere accompagnata da un riconoscimento e una valorizzazione adeguata delle educatrici e degli educatori. Le incertezze normative e le disparità contrattuali, in particolare nel mondo frammentato del Terzo Settore, rischiano di vanificare gli investimenti europei. La difficoltà nell’assumere personale qualificato, aggravata dalla nuova legge, potrebbe rallentare ulteriormente l’espansione dei servizi.

Un Futuro Incerto per gli Asili Nido di Milano

La nuova legge ha sollevato preoccupazioni legittime tra i professionisti del settore educativo e le famiglie milanesi. Mentre l’intento di regolamentare la professione degli educatori è lodevole, le modalità di attuazione rischiano di mettere in crisi un sistema già sotto pressione. Il futuro degli asili nido a Milano, e in tutta la Lombardia, dipenderà dalla capacità delle istituzioni di rispondere a queste sfide, garantendo un equilibrio tra qualità del servizio e tutela dei diritti dei lavoratori.