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Appello dei ristoratori milanesi: togliete il coprifuoco

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Ecco l’appello dei ristoratori milanesi e di tutti i ristoratori d’Italia: “togliete il coprifuoco“. Categoria tra le più colpite causa emergenza sanitaria, stanno prendendo un pò d’aria e di speranza con l’allentamento delle misure restrittive.

Ora Milano e la Lombardia sono finalmente tornate in zona gialla. Riaprono bar e ristoranti dalle 5.00 alle 18.00, non più solo asporto quindi, confermato dalle 18.00 alle 22.00, ma anche il servizio al tavolo negli orari di apertura al pubblico. Resta attivo il coprifuoco dalle 22.00 alle 5.00, quindi si potrà uscire solo per comprovate esigenze e solo con autocertificazione.

Purtroppo però uno su due ristoranti resterà chiuso. Ecco perchè richiedono a gran voce “Via il coprifuoco!”

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Appello dei ristoratori milanesi: togliete il coprifuoco

Anche se la stretta è stata allentata, la morsa sui ristoratori resta comunque salda. Qualche ora in più e la concessione del servizio al tavolo non basterà per risollevare. Fabio Acampora, vicepresidente di Epam, ha infatti comunicato che, anche con le nuove misure da zona gialla, un ristorante milanese su due ha deciso comunque di rimanere chiuso.

I coperti dei pranzi, complice lo smart working, non bastano a coprire le spese. Le cene infatti coprono il 70% del fatturato. E se non si può aprire di sera allora è meglio non riaprire. Ecco perchè tutti chiedono uno stop al coprifuoco.

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Coldiretti Lombardia ha infatti dichiarato che “le limitazioni fino alle 18 per i bar riducano ulteriormente la sostenibilità economica per giustificare le riapertura, tanto che in molti preferiscono mantenere le serrande abbassate”.

Infatti sono in molti a domandarsi il perchè non si possa mantenere il servizio al tavolo attivo anche dalle 18.00 alle 22.00. Si potrebbe optare con la concessione di almeno quattro ore in più di lavoro per la cena. Ovviamente mantenendo il distanziamento dei posti a sedere e il numero limitato dei clienti.

Ecco perchè riaprire fino alle 22.00 e monitorare i comportamenti di cittadini e ristoratori potrebbe esser una soluzione. Una volta valutati pro e contro si potrebbe poi valutare una correzione di orari.

Sanzioni

L’articolo 4 della legge 35 del 2020 comma 1 prevede sanzioni e controlli.

“Salvo che il fatto costituisca reato, il mancato rispetto delle misure di contenimento di cui all’articolo 1, comma 2, individuate e applicate con i provvedimenti adottati ai sensi dell’articolo 2, commi 1 e 2, ovvero dell’articolo 3, è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 400 a euro 1.000 e non si applicano le sanzioni contravvenzionali previste dall’articolo 650 del codice penale o da ogni altra disposizione di legge attributiva di poteri per ragioni di sanità, di cui all’articolo 3, comma 3. Se il mancato rispetto delle predette misure avviene mediante l’utilizzo di un veicolo la sanzione prevista dal primo periodo è aumentata fino a un terzo”.

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